SONY FE 100mm f/2.8 STF GM OSS: la macchina della felicità

Esistono tantissimi obiettivi di tutte le marche e di tutti i tipi.

E poi esiste il Sony FE 100mm f/2.8. STF sta per Smooth Trans Focus

 

Che è totalmente differente perchè è …apodizzato! Dietro questo termine un po’ sospetto si nasconde la presenza di un elemento apodizzante nella sua costruzione ottica. Vediamo come è fatto.

 

Si vede che in corrispondenza del punto di fuoco si trova appunto l’elemento apodizzato che appare in blu. In pratica è un disco di vetro con spessore che decresce verso il centro. Questo disco è semi-opaco e più precisamente ha un’opacità massima pari a due stop. La sua funzione è quella di ammorbidire e di “distruggere” l’informazione dei raggi che passano nella sua periferia. E’ molto importante chiarire il termine “periferia”. Non si intende la periferia dell’immagine…not at all… si intendono i raggi che passano nella periferia dell’elemento apodizzante e cioè  i raggi che non sono a fuoco indipendentemente dal fatto se rappresentano un punto al centro o in periferia. Al centro dell’elemento apodizzante passano i raggi che sono a fuoco, che quindi non vengono modificati.

Questa costruzione consente di mantenere una straordinaria risoluzione per gli elementi a fuoco, accoppiata a una morbidezza “liquida” dei soggetti non a fuoco che non è confrontabile con nessun altro tipo di obiettivi esistenti. I grafici MTF sono eccellenti. Come vedremo questa lene è capace di riprodurre i dettagli più fini in qualsiasi punto del sensore, quindi anche alle estremità.

Sul mercato esistono solo due altri obiettivi apodizzati e cioè il Minolta 135m (che il diretto genitore di questo) e un Laowa 100mm f/2 che però non raggiunge risultati neppure confrontabili con questo Sony. Esiste anche il Fujinon XF 56mm F1.2 R per sensori APS che però presenta un effetto apodizzante limitatissimo e non confrontabile neppure esso col Sony.

 

Altre specifiche tecniche:

  • Peso e dimensioni sono molto contenuti, rispettivamente 700 g e 12 cm di lunghezza. Il vantaggio delle mirrorless esiste e non si discute anche se naturalmente le lenti non sono la metà delle reflex 😉
  • Diametro dei filtri 72mm.
  • 11 lamelle arrotondate
  • Stabilizzazione Steadyshot.
  • Questo obiettivo ha una particolarità molto interessante perchè possiede una modalità “quasi-macro” attivabile tramite una levetta. Nella modalità normale la distanza minima di messa a fuoco è di 0.85m con un rapporto di riproduzione (RR) pari a 0.14, mentre nella modalità “close-up” si mette a fuoco anche a 0.57m con un RR di 0.25. L’obiettivo non è quindi un vero macro ma si presta a riprodurre una grande varietà di soggetti a distanza ravvicinata dove il suo inimitabile bokeh fornisce risultati sorprendenti.

Parliamo adesso della luminosità effettiva dell’obiettivo che è un T/5.6. Che cosa vuol dire? Vuol dire che la luminosità effettiva è inferiore di 2 stop rispetto a quella geometrica che è f/2.8 per via dell’elemento apodizzante che assorbe appunto 2 stop. Però le altre proprietà ottiche restano quelle di un f/2.8 a cominciare dalla profondità di campo. Sulla macchina fotografica Sony ha scelto di mostrare il numero T invece del valore f perchè è di utilità pratica ai fini dell’esposizione. E anche sugli EXIF vengono mostrati i valori T quindi aprendo un’immagine fatta a TA su Lr per esempio, si vedrà f/5.6. In realtà è f/2.8 e T/5.6. Basta saperlo per evitare confusione.

Il fatto che l’elemento apodizzante assorba due stop è sicuramente uno svantaggio dal punto di vista dell’utilizzo in bassa luce, ma è un vantaggio dal punto di vista della qualità perchè è proporzionale all’effetto ottenuto. Il vecchio Minolta STF 135mm per esempio perdeva solo 1.5 stop di luce e infatti presenta un risultato meno intenso di questo nuovo 100mm

La costruzione meccanica e la qualità generale sono superbe: è un obiettivo della serie GM e lo dimostra!

Io ritengo particolarmente utile la presenza del bottone di blocco della messa a fuoco sul barilotto (che volendo può essere riprogrammato tramite il menu on-camera).

  • L’effetto apodizzante è particolarmente evidente in due situazioni: la presenza dei cerchi di luce fuori fuoco che vengono resi in un modo molto speciale e che rimangono circolari anche ai bordi dell’immagine (cioè non assumono la forma a nocciolo di oliva tipico di tutti gli obiettivi) e
  • la presenza di linee nella zona sfocata che vengono completamente assorbite senza lasciare “vestigia” come sulle lenti normali.

Passiamo adesso a vedere alcuni esempi, che ho pensato di raggruppare in 3 gruppi particolarmente indicati per questo obiettivo: 1. i punti-luce sfocati, 2. i ritratti e 3. le foto di piante e giardini

1. Punti luce sfocati

Come detto sopra i punti luce sfocati sono resi in un modo totalmente diverso dalle lenti normali perchè non hanno nessun fastidioso circoletto esterno e mantengono la forma circolare ovunque si trovino nel frame dell’immagine. Vediamo alcuni esempi che illustrano quanto detto.

Come sempre cliccate sull’immagine per vederla ingrandita. Tutte le foto sono a f/2.8 ossia t/5.6

 

 

La foto qui sopra mostra come sia realmente possibile esplorare nuove strade creative con questa lente e ottenere effetti unici.

 

 

 

2. Ritratti

Gentilmente si sono prestati i miei figli gemelli di 12 anni, col permesso anche di mia moglie.

 

 

Nell’immagine qui sopra la resa dello sfocato consente di ottenere un forte effetto 3D, in cui lo sfondo viene “fuso” ma mantiene una certa leggibilità. Per ottenere uno sfocato simile a questo con una lente tradizionale sarebbe necessario aprire almeno a f/2 su un 100mm il che comporterebbe la perdita totale di qualsiasi leggibilità dello sfondo. Questo è un altro vantaggio molto importante.

L’immagine sotto propone un ritratto in notturna. In questo caso lo sfondo era molto lontano e non mostra dettagli, ma il gioco di luci è molto piacevole e sorprendente.

 

 

L’intensità dello sfocato si gioca realmente con la distanza dal soggetto principale. Nella foto qui sotto ho scelto di avvicinarmi molto al soggetto. Lo sfondo si è quindi completamente fuso e si vede a stento che c’è un ponte veneziano dietro. Ovviamente avrei potuto chiudere un po’ il diaframma o allontanarmi dal soggetto se avessi voluto mantenere più dettagli del ponte, ma in questo caso volevo evidenziare solo il soggetto e avere solo un leggero movimento sullo sfondo. La risoluzione sulle ciglia è ai massimi livelli e sfrutta appieno i 42Mpx della Sony A7R III.

 

 

Passiamo a Nicole, la gemellina di Giorgio:

 

 

Qui sotto Miss Nicole cominciava a essere irritata per la lunga seduta di foto… e si vede!

 

 

Il taglio dell’inquadratura e quindi la distanza dal soggetto influisce sulla resa dello sfocato, cosa che succede con tutti gli obiettivi ma che con il 100mm STF è particolarmente importante perchè governa totalmente la qualità e il risultato dell’immagine prodotta.

Vediamo adesso due ritratti in B&W:

 

 

 

Notate la morbidezza delle sfumature di grigio che danno un aspetto perlato alla pelle della bambina.

3. Piante e giardini

Questo tipo di soggetto offre una grande varietà di possibilità creativa che esaltano le capacità di un obiettivo: colori, sfumature e naturalmente il famoso bokeh.

La prima immagine è semplicissima ma è anche molto speciale perchè non avrebbe potuto essere realizzata con nessun’altra lente. Non solo per lo sfocato morbidissimo, ma per quella perfetta “palla di luce” che si incastra nel rametto della magnolia del mio giardino. Trovo che sia particolarmente gradevole il fatto che il contorno del cerchio sia così ben definito. Ho foto simili dove non è così definito e devo ancora capire quali sono le variabili che lo rendono tale. Ho pensato che fosse l’uso della posizione “macro” di cui ho parlato all’inizio, ma ho già potuto escludere questa ipotesi.

 

 

 

I colori saturi  del pomeriggio avanzato vengono resi bene dallo sfocato liquido dello sfondo.

 

 

Naturalmente anche i colori tenui e delicati vengono resi bene come si vede qui sotto. Lo sfondo rosa è dato dalle foglie rosse dell’autunno.

 

 

Foglia rossa con moschina 😉

 

 

Qui sotto vediamo colori saturi combinati con la sfondo delicato e sfocato

 

 

 

 

Eccoci alla fine di questa lunga carrellata su questo SONY 100mm STF.

Come si vede dalle foto anche le aberrazioni cromatiche (laterale e assiale) sono ridottissime, naturalmente quella laterale viene eliminata comunque dal software (Lr, C1, RT, ecc). Resistenza al flare e al controluce: non ho caricato esempi ma anche qui il comportamento è ottimo.

L’unica limitazione sta proprio nel suo punto di forza e cioè nei due stop di luminosità che l’elemento apodizzante si mangia, d’altronde l’effetto “meraviglia” di questo tipo di lente è proprio proporzionale all’opacità del filtro, quindi un obiettivo apodizzante che avesse per esempio 1 solo stop di assorbimento sarebbe meno efficace nel creare il magico bokeh che è la sua vera ragione d’essere .

Per finire: suppongo che non debba spiegare il titolo, la felicità che dà l’uso di questa lente è veramente unica!

Come pulire il sensore della Sony mirrorless: un importante piccolo segreto!

Le Sony A7 e A9 hanno un sensore che è abbastanza facile pulire perchè 1. non c’è lo specchio e 2. il sensore non è nascosto in una caverna profonda ma sta bello a disposizione. Si possono usare i soliti metodi di pulizia. Io mi trovo bene con una lente 30x che appoggio al bocchettone della macchina e che mi consente di rilevare in real-time anche le più piccole tracce di polvere che posso quindi rimuovere senza scattare ogni volta una foto di controllo. Io uso pennellini speciali da caricare elettrostaticamente e i soliti “stick” avvolti nei panni Pec-Pad.

C’è però un importante elemento da considerare: il sensore delle nuove A7 e A9 è stabilizzato e quindi non è fisso. Nel momento in cui andiamo a toccare il sensore questo si muove pericolosamente. La calibrazione del sensore ha una precisione di micron o decimi di micron e una sua perdita di allineamento sarebbe catastrofica.

Fortunatamente esiste un metodo (scoperto per caso) per tenere fermo il sensore: si deve andare sul menu, far partire la pulizia tramite il vibratore del sensore e poi NON SPEGNERE LA MACCHINA. Infatti finché non viene spenta il sensore resta bloccato e non si muove. In questo modo si possono fare le pulizie in sicurezza. Finite le pulizie, si spegne e si riaccende la macchina.

Nota Bene: non mi assumo nessuna responsabilità sulle vostre macchine. Io uso questo metodo, non lo consiglio a nessuno 😉