Stabilizzazione by SONY

Le A7 mk2, La A7RIII e la A9 dispongono di un avanzato metodo di stabilizzazione sul sensore, chiamato IBIS (In Body Image Stabilization). Questo sensore è quindi in grado di muoversi e di compensare i movimenti indesiderati della fotocamera entro certi limiti.

Il sensore delle Sony offre stabilizzazione su movimenti in 5 assi (5-axis stabilization)

 

Vorrei chiarire alcuni concetti perchè ho visto non poca confusione su vari forum.

1. 5 assi e solo 3 dimensioni?

 

Innanzitutto ho visto persone non capire cosa vogliono dire 5 assi e addirittura fare ironia sul fatto che nel nostro universo ci sono solo 3 dimensioni per cui i 5 assi sarebbero un’invenzione del marketing. Non è così.

Infatti i 5 assi di cui si parla sono intorno al centro della fotocamera (Yaw, Pitch e Roll) mentre i rimanenti due sono le traslazioni sugli assi X e Y. Le traslazioni possono essere considerate a tutti gli effetti delle rotazioni intorno a un punto improprio e cioè un punto all’infinito sulla normale all’asse.

Quindi anche le traslazioni sono “rotazioni”

NB. Preferisco usare i termini inglesi Yaw e Pitch perchè sono di uso generale, comunque Yaw= Imbardata, Pitch=Beccheggio e Roll=Rollio. La figura sopra lascia capire meglio di 1000 parole che cosa vogliono dire.

2. Informazioni necessarie

Consideriamo attentamente i 5 movimenti da correggere: per tutti è necessario conoscere la lunghezza focale. Se l’obiettivo viene riconosciuto dalla fotocamera questa informazione viene resa disponibile automaticamente. Altrimenti la si potrà fornire tramite il menù, semplicemente Menu2, Pagina 4 “Steady Shot Settings”, inserire la lunghezza focale. Tutto qui, nessun dramma. Attenzione però: se non inseriamo la lunghezza focale manualmente, il sistema va di default sul valore più piccolo e cioè 8mm…molto poco utile di solito!

A questo punto le due traslazioni (cioè sull’asse X e Y) e il Roll sono soddisfatti e possono iniziare a lavorare, non hanno bisogno di conoscere la distanza di messa a fuoco perchè ruotano intorno a punti all’infinito (XeY) o nel movimento non cambiano l’angolo col soggetto (Roll).

Invece il Pitch e il Yaw hanno proprio bisogno di conoscere la distanza di messa a fuoco, ma siccome questa è solo disponibile con ottiche native o totalmente adattate, ne consegue che un’ottica che non è collegata elettricamente alla fotocamera sicuramente non potrà avere il funzionamento della stabilizzazione sui 5 assi: le mancherà proprio il Pitch e il Yaw.

3. Come va con le ottiche native

Sony dichiara un fattore di stabilizzazione pari a 4.5 per la A7RII e a 5.5 per la A7RIII. E’ molto difficile quantificare questi numeri, ma il funzionamento con ottiche native è sicuramente molto efficiente. Esistono però altre considerazioni da fare: l’aumento del tempo di esposizione non conduce a una perdita di efficacia graduale, sembra che ci sia proprio un gradino oltre il quale le immagini diventano inutilizzabili.

Esempio: Sony A7RIII + 70-200 f/2.8 GM usato a 200mm.

Ho ottenuto risultati positivi e ripetibili con tempi fino a 1/6″, ma passando a 1/5″ l’immagine diventa pessima. Quindi per questa combinazione macchina + ottica, il limite utilizzabile è 1/6″ . Non ho ancora condotto test su altre ottiche o focali diverse dello stesso zoom, ma l’impressione è che in ogni situazione ci sia proprio un gradino, oltre il quale la resa della stabilizzazione subisce un degrado netto.

Comunque sulle ottiche native l’efficacia di questo sistema IBIS è altissima, anche se non sono in grado di quantificarla e di fare dei confronti tra varie ottiche oppure con le reflex.

4. Come va con le ottiche non native

Parliamo delle ottiche che non comunicano con la fotocamera, prendiamo per esempio lo Zeiss APO 135mm f/2. E’ uno dei migliori obiettivi mai prodotti, ma non è stabilizzato ed è MF (Manual Focus) . Ora, uno dei grandi vantaggi delle mirrorless è quello di poter focheggiare le ottiche MF con grandissima precisione ingrandendo l’immagine sul mirino, per esempio 7x o 13x. In questo modo, se il soggetto è statico la MaF (Messa a Fuoco) sarà sempre perfetta.

Tuttavia resta un problema per le focali lunghe: osservando l’immagine 13x nel mirino elettronico è come se si usasse una focale molto più lunga e se non si sta usando il cavalletto, l’immagine sarà molto mossa nel mirino rendendo difficile la MaF. Qui entra in gioco la stabilizzazione IBIS che consente di stabilizzare un obiettivo non stabilizzato non solo nello scatto, ma anche durante la MaF. L’effetto è drammatico, nel momento in cui si attiva stabilizzazione l’immagine cessa di vibrare e possiamo mettere a fuoco con tutta calma e precisione.

Naturalmente anche lo scatto si gioverà della stabilizzazione: ricordiamo però che saranno stabilizzati solo i movimenti sull’asse X e Y e il Roll. Yaw e Pitch non saranno stabilizzati perchè la fotocamera non dispone dell’informazione sulla distanza del soggetto. Non escludo però che ci sia comunque un intervento basato su una distanza di default.

Tornando al nostro Zeiss APO 135/2 ho trovato che si ottiene un’ottima stabilizzazione con tempi aumentati di 3.5x. Si tratta di un importante vantaggio rispetto all’uso dello stesso obiettivo su una reflex senza IBIS.

Un altro importante vantaggio delle mirrorless sulle reflex 😀