O Nikon o morte! Psicologia del tifo

Da giovane avevo una Canon F1 e mi sono divertito un sacco con le pellicole. Poi la vita mi ha fatto giocare con altri giocattoli e quando sono ritornato c’erano le prime macchine digitali. Un mio amico aveva Nikon e così lo seguii e mi presi una D200. Il ricordo della Canon era piacevole, ma ininfluente. Ero fuori mercato e condividere lo stesso materiale col mio amico era “la” priorità”

Ora uso Sony perchè il vantaggio delle ML (mirrorless) è per me fondamentale e non esisteva nessun motivo per attendere Nikon a parte il costo economico dello switch. E se un domani Canon introducesse un sensore -meraviglia o qualcosa che rappresenti un vero salto tecnologico…salterei anch’io su Canon senza problemi.

Questo mi sembra l’atteggiamento razionale (compatibilmente coi costi).

Eppure sento e vedo persone che dichiarano:

  • se non è Nikon lo voglio!
  • Per me esiste solo Nikon!
  • Aspetterò la ML di Nikon anche per 50 anni se necessario (i fotografi sono dei grandi ottimisti  😛 )

Cos’è che spinge persone spesso molto preparate e dotate di ampia cultura ad assumere atteggiamenti così “a-razionali”?

Io sono un ingegnere specializzato in modelli matematici e non sono uno psicologo, ma mi sono studiato alcuni libri sul fenomeno del tifo, sulle sue motivazioni e radici.

Ci sono ovviamente tante spiegazioni diversi e tante opinioni, ma essenzialmente i fenomeni sono 2:

  1. L’appartenenza al “branco” che qui non ha nessunissima connotazione negativa :mrgreen:
  2. Il ricordo e l’affetto per tempi e momenti passati che sono fondamentali per il nostro equilibrio psichico.

La questione del branco è piuttosto semplice e riconduce alla “necessità” di appartenere a un “gruppo”, è un evidente retaggio ancestrale della nostra lotta per la sopravvivenza…neanche tanto ancestrale direi…”Dobbiamo” scegliere una parte e poi difenderla. Il contatto con chi la pensa come noi ci dà sicurezza mentre le lotte con i “nemici” sono una semplice conseguenza del testoterone e infatti le lotte per tifo” sono 10-100-1000 volte più frequenti tra uomini che tra donne.Le donne ingaggiano solo come ultima istanza, quando è “inevitabile” e infatti quando ingaggiano sono letali. Noi maschietti invece siamo come gli stambecchi, ci scambiamo tante belle cornate e poi tutti insieme al bar a farci una bella birra.

 

L’appartenenza al branco è praticamente inevitabile e anzi direi che non è da evitare…però entro certi limiti e con una certa autoironia. Il grido “Nikon (o Canon o Fuji o  Sony) o morte” va chiaramente aldilà di questo limite secondo il mio punto di vista.

 

Molto più interessante per me è la seconda motivazione e cioè il ricordo di esperienze vissute in cui l’oggetto del tifo ha giocato una parte importante e fondamentale. Per me è in fondo la motivazione che regola le più importanti decisioni della nostra vita. I nostri anni formativi si chiamano così per un motivo…a volte il ricordo di un minuto vissuto da ragazzi può dare un’impronta a tutta una vita.

Sopra ho scritto che al mio ritorno alla fotografia ho scelto Nikon perchè un mio amico la usava. Vero…parzialmente…in realtà nel mio cuore per tanti anni era rimasta una zona di affetto nata quando da ragazzo avevo visto al cinema, per essere precisi all’Autunno Musicale di Como,  una reprise di Blowup, film già vecchiotto ormai (era del 1966) ma finalmente disponibile nei cinema d’essai e nelle mostre gratuite. La cosa che mi rimase impressa in modo indelebile era il rumore del vento nel parco freddo e autunnale…ma la Nikon era lì e non so come…my love was born…

Momento fondamentale della mia vita fotografica, pur nella sua semplicità e banalità.

Quindi …capisco. Ma ricordiamoci una cosa: gli uomini che lavorano oggi per Nikon (o Canon o… Ferrari) non sono gli stessi che vi lavoravano 30 anni fa. Sono persone che oggi lavorano per Canon e domani lavoreranno per Nikon, che oggi lavorano per la Ferrari e domani per la Trabant :mrgreen:   Neppure la proprietà in molti casi è la stessa. Soltanto il vago concetto del nome è lo stesso!…ma è pochissimo, è un labile legame che vive solo nella nostra testa. Noi non gli dobbiamo niente.

 

Quindi: non per un ricordo rinuncio al futuro. Ho usato per qualche giorno una D850, bellissima macchina…ma “dolorosamente” obsoleta. Ho passato più tempo a tarare l’AF che a fotografare e il bataclan dello specchio mi ha sorpreso per la sua violenza! Quando ho ripreso in mano la mia Sony A7RIII è stato un vero sollievo, bella, piccola, silenziosa e con ottiche di una qualità che Nikon purtroppo non ha nel suo listino. Un salto nel futuro: ecco le parole per descrivere la mia sensazione quando ho ripreso la mia Sony ML. Perchè mai dovrei continuare a soffrire con una cosa vecchia e superata? solo perchè ho un bellissimo ricordo che mi lega al suo nome? Nah…

 

Quindi cari amici tifosi…tifare è bello, ma ho un suggerimento per voi: tenetevi una bella Nikon (o Canon) in vetrina, ogni tanto la spolverate (non fatele mai vedere la nuova Sony), magari le fate anche qualche carezza…ma poi prendetevi una bella ML e non aspettate di diventare vecchi per usare le nuove incredibili tecnologie che sono disponibili…OGGI! Life is too short to wait…