Nuovo firmware 5.0 per Sony A9: tecnologia aliena?

Oggi, 25/03/19, è stato rilasciato il nuovo firmware 5.0 per la Sony A9. Lo trovate qui

Non si tratta di un semplice aggiornamento, ma di una vera  propria rivoluzione che cambia completamente la fotocamera portandola a livello di una immaginaria A9 Mk2. Cambia di tutto, dai nuovi menù, alle nuove customizzazioni, alla spiegazione di ogni opzione del menù tramite tasto apposito. Sono state eliminate anche alcune vecchie carenze della vecchia A9, come la gestione non ottimale delle due schede di memoria. Come dite? le Nikon ML non hanno questo problema? :mrgreen:

Ma naturalmente la vera rivoluzione sta nel nuovo AF che si basa su tecnologia AI e cioè Artificial Intelligence.  le novità sono molte ma le più importanti sono nella modalità Eye-AF che non richiede più l’azionamento di una tasto preimpostato, ma funziona in automatico e l’AF “Tracking” che soppianta le vecchie modalità Lock-On con un nuovo algoritmo che si basa su nuovi parametri e offre un’esperienza d’uso totalmente nuova e inaspettata

I risultati sono incredibili. La tenacità dell’AF-C è “pazzesca”. C’è una sola spiegazione: si tratta di tecnologia aliena 😀 

Questo articolo di Ultrasony.com  crescerà man mano che svilupperò i miei test, ma una cosa è chiara fin d’ora: La A9 con questo firmware si colloca su un livello di velocità e di precisione dell’AF che supera qualsiasi altra fotocamera, compresa la Nikon D5 e la Canon 1Dxmk2.

Vorrei aggiungere due commenti importanti:

1. Il nuovo firmware resetta completamente le impostazioni, è come se si avesse una fotocamera nuova. Salvare i settings 1, 2 e 3 su una scheda SD non funziona. Ho letto molti commenti negativi in rete, ma ragazzi… è ovvio perchè le vecchie impostazioni in moltissimi casi… non esistono più! Quindi, sì, è una scocciatura, ma ripeto abbiamo per le mani una macchina nuova: pensate che dopo l’aggiornamento vi verrà chiesto quale lingua impostare, Area geografica, data e ora. Sarebbe come pensare di trasferire le impostazioni da una A7M2 a una A7M3.

2. La vecchia app PlayMemories Mobile è stata discontinuata e sostituita da una nuova che si chiama Imaging Edge Mobile che trovate qui. Aggiungerò prossimamente anche il test di questa nuova app.

A presto, per le analisi più approfondite e le foto sul campo.

Sony A9. Parte 2/3 La resa ad altissimi ISO…con un piccolo espediente…

Durante la mia recente settimana veneziana ho potuto provare la A9. Ho già descritto la prima parte delle mie prova dedicata a AF e raffica, adesso vi racconto come è andato il test ad altissimi ISO.

La Sony A9 ha un range ISO compreso tra 100 e 51200 e un range “esteso” compreso tra ISO 50 e ISO 204.800.

Si legge normalmente che le sensibilità massime veramente usabili siano intorno ai 12.800 al massimo e con difficoltà 25.600. Io ho però voluto provare anche sensibilità più alte, comprese tra 51.200 e addirittura 102.400. Vedremo che lavorando in RAW e usando una particolare accortezza è possibile ottenere immagini che ovviamente mostrano un po’ di grana e una certa perdita di dettaglio, ma sono comunque usabili per il Web e per stampe fino al formato A3 in quelle situazioni in cui l’alternativa è …non scattare e perdere così del tutto l’opportunità che si era offerta.

Prima di inizare voglio darvi due informazioni:

  1. Le immagini che posto di seguito partono da ISO 16.000 e vanno fino a 102.400 non necessariamente in ordine di ISO
  2. hanno il lato lungo di 1600 pixel che potrete vedere cliccando sull’immagine stessa.
  3. Sono state scattate in RAW e sviluppate in Lightroom con i parametri base e un valore di NR cioè riduzione del rumore molto contenuto e compreso tra 10 e 25
  4. E’ stato usato il Sigma Art 24-35mm f/2 che a mio parere è uno dei migliori di tutta la serie ART e ha una resa sensazionale. Presto gli dedicherò un test, se lo merita 😉
  5. Avrei potuto fare un test nel mio studio, ma penso che sia molto più utile vedere come la macchina si comporta “sul campo”

Partiamo dunque con una serie di immagini, tutte scattate in notturna:

One more time…cliccate per vederle a 1600 pixel 😉 (esclusi i crop)

 

ISO 16.000

Adesso passiamo subito a un ‘immagine con ISO 102,400. Ho lasciato di proposito la riduzione del rumore bassa in modo mostrare come effettivamente appare

ISO 102.400

 

Qui di seguito vedete un crop al 100%, di nuovo con NR limitatissimo. E’ chiaro che si può aumentare il NR per ridurre la grana in cambio di una perdita di dettaglio comunque limitata.

 

ISO 102.400 – Crop 100%

Vediamo un’altra immagine a 102,400 ISO

 

ISO 102,400

Sull’immagine qui sopra si potrebbe inserire un livello con un NR più energico sulla parte del cielo, ma non l’ho fatto affinché si vedesse meglio l’immagine naturale.

Vediamo adesso due immagini quasi-uguali scattate rispettivamente a 102,400 ISO e a 10,000 ISO

 

 

ISO 102,400

Si può notare il fatto che nonostante gli ISO “stratosferici” l’immagine sia ancora usabile. Il pannello sullo sfondo risulta ancora leggibile il che dimostra come i dettagli siano ancora in larga misura integri a 102,400 ISO

 

ISO 10,000

Notiamo anche l’estrema pulizia dell’immagine a 10,000 ISO, veramente sorprendente!

 

 

ISO 51,200

 

ISO 64,000

 

L’immagine successiva ha bisogno di una introduzione: mi trovavo in condizioni di buio quasi totale, sapevo che c’era un murale su quella parete, ma quasi non lo vedevo. Grazie al mirino elettronico ho potuto invece vederlo bene, mettere a fuoco manualmente con comodità e ottenere l’immagine che per me è forse quella più sorprendente di tutto questo articolo: dal buio completo a un’immagine usabilissima, a 102,400 ISO!

ISO 102,400

 

ISO 102,400

 

ISO 102,400 Crop 1:1 NR minimo

 

ISO 12,400 – Lavorazione sul lato destro per far apparire palazzo illuminato

 

Dopo questa dimostrazione di forza 😉 voglio però pubblicare alcune foto ottenute a ISO più “normali” dove si può meglio apprezzare la grande qualità di questi files della A9

ISO 10,000

 

 

ISO 5,000

 

 

ISO 1,600

 

 

ISO 3,200

 

 

ISO 2,500

 

CONCLUSIONI:

La A9 ha dimostrato che, in caso di necessità, è in grado di produrre immagini utilizzabili anche a ISO molto alti, fino a 102,400.

Il test è stato condotto in condizioni pratiche e conferma comunque i risultati ottenuti in laboratorio dai vari siti specializzati.

…ed ora l’espediente segreto 😉

La A9 come molte macchine digitali, ad altissimi ISO ha la tendenza a produrre ombre profonde che tendono verso il magenta il che conferisce alle immagini stesse una percezione di bassa qualità. Per eliminare questo effetto si ottengono ottimi risultati operando la correzione delle ombre in Lightroom, come vedete nel pannello seguente:

 

 

L’intensità dell’intervento dipende da caso a caso. A volte c’è un “bleeding” anche verso zone con luminanza più alta e in questo caso si dovrà compensare aumentando il valore Tint della WB.

Si tratta di un metodo semplice e veloce che rialza di molto la qualità delle immagini ad altissimi ISO.

Un ulteriore intervento sarà quello di “chiudere” bene le ombre profonde che tendono a sgranare e a dare risultati anti-estetici. Si otterrà l’effetto desiderato tramite il cursore “Blacks”, anche qui eventualmente compensando con “Shadows” nella direzione opposta.

La combinazione della chiusura dei Blacks e della correzione cromatica delle Ombre assicura un’estensione notevole nel range ISO utilizzabile.

 

 

 

La Sony A9. Parte 1/3: Autofocus e raffica. Analisi della PDAF

Eccomi di ritorno dalla mia settimana a Venezia con la A9! E’ ora di scrivere il nostro rapportino.

Ho pensato di dividere questa review in tre parti:

  1. Autofocus e Raffica
  2. Resa ad alti ISO
  3. Risoluzione effettiva della A9 vs A7RIII in condizioni pratiche e ad alti ISO

In questo articolo coprirò il punto 1. I punti 2 e 3 saranno affrontati nei prossimi due articoli

Sicuramente il nuovissimo AF e la raffica di 20 fps sono tra gli elementi che hanno attirato di più l’attenzione di utenti e media.

Tutto parte dalla nuova costruzione “stacked” cioè a strati, del sensore:

In pratica si può notare che

  • sotto all’area con i pixel del sensore vero e proprio (1)
  • c’è uno strato che comprende una memoria di buffer (2)
  • e un circuito di processo del segnale ad alta velocità (3) con le informazioni
  • che arrivano poi al processore di immagine Bionz X (4).

Questa costruzione a strati (stacked) rappresenta l’ultimissimo grido in fatto di sensori avanzati e consente di lavorare una mole enorme di dati in frazioni di secondo. Non è comunque la prima volta che Sony lo adotta, infatti c’era già nella pocket-sized Cyber-shot RX100 IV e sulla RX10 II bridge camera.

L’adozione dell’otturatore elettronico consente di scattare in scioltezza 20 fotografie al secondo (cioè i famosi 20 fps) senza difficoltà meccaniche.

L’altra innovazione consiste nell’altissima densità dei sensori di messa a fuoco: esistono infatti 693 sensori a rilevamento di fase chiamati di solito PDAF e cioè Phase Detection Auto Focus, oltre a 25 sensori a rilevamento di contrasto. La copertura garantita è impressionante, in pratica tutto il sensore è coperto da punti AF.

 

 

Molti si chiedono qual è la differenza tra la messa a fuoco a PDAF e CDAF e cioè tra rilevamento di fase e rilevamento di contrasto. La differenza sta nel diverso principio in cui lavorano.

  1. la PDAF opera una stima “a priori” della posizione di fuoco e porta l’obiettivo sulla posizione corrispondente e poi si ferma lì: si tratta cioè di un controllo di tipo “Feedforward” senza un controllo successivo. Il vantaggio è la velocità dell’operazione che è praticamente istantanea, ma lo svantaggio sta nella scarsa precisione, come nelle reflex che hanno bisogno di continue tarature, spesso insoddisfacenti.
  2. Il rilevamento di contrasto invece lavora per approssimazioni successive: porta l’obiettivo su un determinato punto, misura l’errore, fa una nuova correzione, misura di nuovo l’errore e così via fino a che l’errore residuo non sia inferiore a un valore predeterminato. Si parla di controllo “Feedback”. Il vantaggio è la precisione , il grave difetto è la lentezza, come nelle  reflex quando tentano di mettere a fuoco in Live-View e danno luogo a un continuo balletto avanti-indietro che si chiama “hunting”.

La differenza nel processo è schematizzata qui di seguito:

In sostanza un sistema feedback ha bisogno di un errore per poter generare un’azione correttiva, mentre il feedforward agisce a prescindere dall’errore, detta in modo molto approssimativo.

I sensori PDAF sono preferibili a quelli a contrasto, ma hanno il problema dell’errore residuo. Nel caso delle reflex l’errore residuo è dovuto al fatto che i sensori PDAF non sono situati sul sensore dell’immagine ma in una posizione prossima al mirino a cui i raggi luminosi arrivano dopo una serie di rimandi tramite vari specchi e prismi, che inevitabilmente hanno una certa tolleranza. Questo è il motivo per cui si deve ricorrere a una lunga e tediosa serie di tarature che non sono mai soddisfacenti, per esempio nel caso degli zoom la taratura per il lungo fuoco non è mai perfetta per il corto fuoco, oppure la taratura per una distanza breve non va bene per l’infinito e viceversa.

Tutto questo sulle mirrorless non c’è più. I sensori PDAF sono situati sulla superficie del sensore di immagine per cui non hanno bisogno di tarature…ma non è finita qui, infatti le nostre Sony “rifiniscono” il lavoro delle cellule PDAF con un rapidissimo e quasi istantaneo passaggio al rilevamento di contrasto per ottenere la precisione anche in condizioni critiche. Vedremo poi che non è “sempre” così…diciamo quasi sempre 😉

 

Ricapitoliamo le caratteristiche salienti dello scatto a raffica e dell’AF della Sony A9:

  • AF ibrido operante a 60 calcoli al secondo
  • 693 pixel di messa a fuoco PDAF per copertura pressoché totale dell’immagine + 25 sensori a contrasto
  • 20 scatti al secondo (20 fps) con AF tracking, ma solo con lenti abilitate, vedere qui
  • otturatore elettronico con scatto totalmente silenzioso
  • visione a mirino continua, non oscurata neppure durante i 20 fps
  • alla frequenza di 20 fps si possono scattare circa 250 foto in RAW compresso.
  • Tempo minimo di scatto pari a 1/32000 di secondo (otturatore elettronico)

Vediamo nella pratica come ha funzionato nel mio test.

Dato che ero a Venezia non potevo ritrarre auto da corsa o bufali inferociti (se escludiamo i turisti :mrgreen: ) per cui ho optato per i gabbiani in volo ripresi dalla Riva degli Schiavoni.  La velocità di un gabbiano in volo supera facilmente i 60 km/h, ma vicino alla riva ha scarti e cambi di direzone molto più imprevedibili, per esempio, di uno sport velocistico, per cui rappresenta una sfida più impegnativa di quanto possa sembrare.

Se esiste un problema legato alla raffica della A9 è che in pochi minuti si possono scattare varie migliaia di fotografie! Non è tanto un problema di memoria o di spazio di disco, ma del successivo tedioso lavoro di analisi delle immagini. Mi sono ritrovato in pochi minuti con 5000 foto!

I risultati sono stati ottimi, anche se con alcune limitazioni che vedremo in breve.

Modalità di messa a fuoco.

Le modalità sono molteplici e la stessa Sony ha ritenuto utile creare un riassuntino con le indicazioni di massima per ogni situazione che potete trovare qui. Si tratta di una guida veramente fatta bene, ma che dovrete poi adattare alla vostra pratica e al vostro modo di lavorare. Va presa come un punto di partenza.

Nel mio caso ho lavorato con queste modalità:

  • Focus Area Zone. Si sceglie una ampia zona del mirino e si lascia alla macchina il compito di capire qual è il nostro soggetto. Pro: lo fa molto bene. Contro: a volte ci sono 2 soggetti interessanti e la A9 può avere un’opinione diversa dalla vostra su quale sia quello più interessante 😉
  • Focus Area: Expand Flexible Spot. Con Lock-On (vuol dire che insegue il soggetto). Pro: ci consente di non preoccuparci di mantenere il soggetto dentro alla nostra area selezionata. Contro: a volte cambia il soggetto
  • Focus Area: Expand Flexible Spot, senza Lock-On. Pro; decidiamo noi. Contro: dobbiamo mantenere il soggetto dentro all’area selezionata e a volte è proprio difficile

 

Veniamo alle immagini. Ho lavorato col fantastico Sony 70-200mm f/2.8 usato sempre a TA e cioè a f/2.8

Ho scattato veramente molte raffiche…è impossibile non lasciarsi andare a questa mitraglietta…e i risultati sono stati sempre stellari. Posto qui di seguito il collage di una di queste raffiche costituita dalle seguenti 294 immagini.Delle ultime non si vede un granchè, ragion per cui troverete l’immagine ingrandita proprio dell’ultima più in basso.

 

 

L’AF non ha avuto un compito così facile come sembra perché ha dovuto evitare di mettere il fuoco sugli oggetti che man man venivano a trovarsi davanti o dietro al gabbiano.

Per poter apprezzare la qualità delle immagini posto la prima e l’ultima della serie, di questa in particolare posto un crop. Cliccate per vederle meglio entrambe.

 

 

Come detto, dell’ultima posto un crop visto che il gabbiano si era già allontanato, ma non per questo si è persa la nitidezza, come si può vedere:

 

 

Una buona parte di questo successo va ascritto all’obiettivo usato che è il Sony 70-200mm f/2.8 GM. Credo che sia uno dei migliori obiettivi di questo tipo sul mercato, sicuramente se la vede col Nikon equivalente, considerato anch’esso uno dei top. Posseggo questa lente da un mese e non mi sono ancora abituato a questi livelli di qualità 🙂  Conto di scrivere presto un nuovo articolo proprio su questo 70-200 GM qui su ultraSONY….compatibilmente coi miei impegni di lavoro per SlowPrint.

Aspetti negativi

  1. Stranamente, ogni tanto, nella raffica appare una foto leggermente sfuocata, sembra che l’AF nella raffica velocissima di 20 fps abbia ogni tanto un attimo di incertezza, ma si riprende subito nell’immagine successiva. Il “keep-rate” non è quindi il 100% ma l’altissimo numero di immagini consente comunque di avere un numero di keepers più alto di quanto si avrebbe per esempio con una Nikon D5 o una Canon DX1 nonostante queste abbiano forse una percentuale più alta…ma non di percentuali di pagnotte si ciba l’uomo bensì di numero di pagnotte 😉 
  2. C’è la famosa questione che durante lo svuotamento del buffer non è possibile accedere al Menu. Questo è un difetto secondo me molto marginale, ma è stato pubblicizzato dalla concorrenza. Effettivamente c’è e la cosa strana è che NON c’è sulla A7RIII che evidentemente gode dei benefici di un anno in più di giovinezza e quindi di sviluppi tecnologici. Sarebbe molto utile avere una scheda XQD per mantenere lo stesso buffer infinito della Nikon D5 o Canon equivalente. Sony però segue la sua strada e ho la sensazione che non vedremo la XQD neppure sulla A9 Mk2
  3. La A9 non possiede ancora un’uscita USB 3, questo per me è più importante della questione al punto 2. Di nuovo la A7RIII possiede addirittura un’uscita USB-C quindi compatibile con 3.1. Qui sicuramente vedremo un upgrade con la A9 Mk2.
  4. Il punto 4 non c’è…io non vedo altre limitazioni o difetti

 

Bene, direi che questa prima parte si può dire conclusa. Ovviamente è solo un primo assaggio, ma mi ha consentito di lavorare con un attrezzo che, pur avendo ancora qualche aspetto non completamente maturo, rappresenta l’ultimissima tecnologia mondiale disponibile in fatto di fotografia ed è sicuramente un’era davanti a qualsiasi Reflex.

Dopo aver passato una settimana con la A9 è quasi impossibile tornare a una Reflex. Certo le Reflex hanno rappresentato un’epoca meravigliosa della fotografia, ma oggi sono arrivate al termine della loro vita. E’ impossibile non sentire un po’ di nostalgia, non per le “Reflex” in sé naturalmente, ma per un pezzo della nostra vita che abbiamo vissuto con esse e che adesso è finito. E’ morto il Re, Viva il Re!

Presto pubblicherò anche la seconda e la terza parte sull’uso della A9, come preannunciato.

Grazie per avermi letto e ciao a tutti!

Le Sony A9 e ARIII partono per 4 giorni di carnevale a Venezia insieme a obiettivi GM e altri

Siamo in partenza per una 4 giorni di full immersion al Carnevale di Venezia. Ho appena ricevuto in prova la Sony A9 da Massimo Vinera, titolare di “Foto Massimo Vinera” e Virtual Foto, che ringrazio di cuore.

Sono curiosissimo di provarla insieme alle mie A7RIII e A7 mk1, oltre a questa serie di ottiche. E’ stato difficile selezionare, io le porterei tutte 😎 :

  • Sony FE 28mm f/2
  • Sony FE 85mm f/1.8
  • Sony FE 100mm f/2.8 STF GM
  • Sony 70-200 mm f/2.8 GM
  • Sigma Art 24-35mm f/2 con MC-11

Porterò anche due flash per i controluce diurni e non certo per le notturne dove gli alti ISO certo non spaventano nessuna delle Sony!

Ci sentiamo per gli update nei prossimi giorni. Per scaldarci un po’ intanto posto due foto fatte negli anni scorsi con la Sony A7mk1.