In memoria di Renato Acri

Milano, 1977. Esco di corsa dal Politecnico dopo l’ultima esercitazione di “Analisi Matematica 3”. La strada per Como è lunga, ma “devo” passare al negozio della Metro, subito all’angolo di Piazza Leonardo da Vinci. E’ un negozio di fotografia “low-cost” e tutti gli studenti squattrinati e appassionati di fotografia di Milano si ritrovano lì prima di tornare a casa. E’ qui che sognavamo coi pacchi di carta da stampa sugli scaffali e un vago odore di solfati e solfiti nell’aria.

Solo che io ero un po’ diverso… perchè la mia passione fin da allora era il colore e la stampa a colori. Tutta colpa del grande Renato Acri.

Ma chi era Renato Acri? Era un redattore di Tutti Fotografi, mitica rivista di quegli anni senza Internet, diretta dalla famiglia Namias. Renato si occupava di una rubrica che si chiamava “Tuttocolore”, dove divulgava il verbo del colore in epoca analogica. Provava le pellicole, le carte di stampa e soprattutto forniva le ricette per i vari sviluppatori basati su reagenti della “Chimica Ornano” piccola ditta chimica situata alle porte di Milano che forniva prodotti chimici per la fotografia,  oltre a quelli già formulati, sostitutivi dei “carissimi” originali Kodak e Agfa.

Renato era un mito, la sua conoscenza era infinita e ha trascinato “Many a poor boy” sulla strada del vizio fotografico a colori 😉  Ma soprattutto aveva uno spirito di una leggerezza incredibile, scherzava sempre col suo sense of humour splendidamente napoletano. Era un signore che ci elargiva il suo sapere con affetto e intelligenza.

[Piccolo OT: Il suo stile coltissimo e leggero mi ricorda un altro grandissimo (e troppo poco conosciuto) e cioè Carlo Laurenzi, saggista elbano della Stampa, poi del Corriere e infine del Giornale dove si occupava di critica cinematografica]. Penso che oggi questo stile leggero e pieno di umorismo non si usi più  o forse nessuno è capace di produrlo…

Se io sono qui, se sono diventato stampatore di professione (ormai solo digitale) lo devo soprattutto a Renato.

A lui devo le lunghe notti passate in cucina, con mia mamma che si alzava ogni ora per vedere “se stavo bene”, a stampare col mio Durst a testa a colori dicroica e a sviluppare le stampe con uno stranissimo aggeggio che era la sviluppatrice per carta a colori termostatata. Mi ricordo che quando avevo finito dovevo lavare tutto e lasciare tutto in ordine. Ed erano sempre le 2 di notte. Alle sei mi sarei alzato di nuovo per prendere il treno della Nord e andare di nuovo a lezione al Poli.

E’ un miracolo che sia riuscito a finire l’Università ancora vivo 😉

Renato morì alcuni anni fa. Tuttifotografi fece una pessima figura perchè liquidò la sua morte con un titolino “Arrivederci Renato Acri”. Così, senza testo. Mi ero perfino chiesto se era andato in pensione o se era morto. Quando seppi che era morto, dalla rabbia cancellai l’abbonamento che ancora pagavo come forma di riconoscenza per gli anni lontani.

Renato, ti ho sempre voluto bene anche se allora non lo sapevo.

Un saluto al più grande “tuttocolorista” di sempre, così, col termine che avevi inventato tu.